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Amnesia contestata e narrazioni dissonanti nel Sud globale: il postconflitto nella letteratura, nell'arte e negli archivi emergenti

Il periodo della Guerra Fredda e i successivi (post)conflitti sono caratterizzati da una notevole amnesia e da una politica di invisibilizzazione che riflette l'ordine epistemico della decolonizzazione del Sud globale. Tuttavia, le contro-semantiche che sfidano l'oblio storico e l'ingiustizia sono state articolate da artisti, scrittori e iniziative istituzionali che cercano sempre più di contestare questa amnesia con narrazioni alternative o archivi dissonanti. Le situazioni di transizione, come quelle negoziate in Colombia o in Libano, hanno riconfigurato un panorama sempre più variegato di culture della memoria che rivendicano verità e giustizia. Mentre alcune società di transizione hanno optato per un'amnistia che favorisce l'invisibilizzazione del conflitto prolungato, altre hanno avviato un processo culturale e politico attraverso un dialogo con la creatività dei diritti umani. Alimentando il silenzio ufficiale, l'amnesia e la frammentazione della società, la violenza su forme di vita umane e non umane ha generato culture della memoria complesse e conflittuali, modellate da pregiudizi locali e globali. Attingendo a una prospettiva analitica culturale e storico-artistica comparata, questo progetto esamina il ruolo della produzione culturale, in particolare delle arti, come indagini estetiche e narrazioni dissonanti nei processi di riconciliazione e nella ricerca di verità e giustizia che esistono all'interno delle culture, mettendo in primo piano scritture alternative e plurali della storia. Il progetto intende quindi le arti globali contemporanee in questo contesto come pratiche performative dei diritti umani e della prassi etica.

La prof.ssa Liliana Gómez è direttrice del progetto SNSF "Contested Amnesia and Dissonant Narratives in the Global South: Post-conflict in Literature, Art, and Emergent Archives" dal 2017 (presso l'Università di Zurigo 2017-2021, da agosto 2021 presso l'Università di Kassel).  Il progetto è finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica. Attualmente sono in fase di completamento due sottoprogetti, "Beyond the Courtroom" (Liliana Gómez) e "Queering Islamic Art" (Charlotte Bank).


Rete di cultura della pace e dei conflitti

La Rete per la cultura della pace e dei conflitti affronterà le complesse e controverse questioni che si pongono alle società post-belliche: cosa ricordare, cosa dimenticare e, in ultima analisi, perché?

La rete cercherà di facilitare i collegamenti con il mondo accademico e altri soggetti interessati e di mobilitare le istituzioni artistiche e sociali impegnate in discorsi sulla pace, sui conflitti e sulla cultura nel Regno Unito e all'estero in regioni selezionate. La rete porrà una domanda centrale di ricerca: qual è il ruolo dei musei e dei luoghi della memoria che si occupano di memoria e conflitti e come possono promuovere più efficacemente la tolleranza, la resilienza e la cooperazione intergruppi e interetnica? In primo luogo, si indagherà sul ruolo dell'arte e degli artisti in un museo/sito della memoria nel contribuire ai processi di costruzione della pace. In secondo luogo, la rete faciliterà la discussione su come i giovani possano essere coinvolti attivamente nella costruzione della pace attraverso l'impegno nei musei/siti della memoria.

La rete darà particolare risalto al contributo di accademici e istituzioni provenienti da società post-conflitto, in particolare dall'ex Jugoslavia, dal Ruanda e dalla regione dei Grandi Laghi, dal Libano e dal Medio Oriente, dalla Colombia e dall'America Latina.

Il Peace and Conflict Cultural Network è convocato dal PARC e finanziato dall'AHRC. Il team organizzativo è composto da Paul Lowe, PARC e London College of Communication; Nela Milic, PARC e London College of Communication; Kenneth Morrison, De Montfort University e Liliana Gómez, Università di Kassel.